Espressivo e romantico, il blu ha liberato l'immaginazione di artisti e poeti.
Nelle creazioni Barovier&Toso, il blu sottolinea la raffinatezza del cristallo veneziano, enfatizzandone la personalità e la preziosità.
Chi è stato a Venezia sa con quanta vanità il cielo sappia specchiarsi tra le acque della Laguna, tingendo i canali di sfumature blu e azzurre. Furono proprio quei paesaggi, forse, ad ispirare Angelo Barovier per una delle sue più famose creazioni: la coppa nuziale realizzata intorno al 1445. Interamente in vetro soffiato, la "Coppa Barovier" è tutta dipinta a mano e decorata in oro, con motivi ornamentali e medaglioni smaltati che brillano a contrasto con il blu intenso del calice. Conservata oggi al Museo del vetro di Murano, rappresenta un capolavoro dell'arte vetraria del Rinascimento.
Il mondo dell'arte riserva sempre tante sorprese e una di queste è legata proprio al vetro blu. Fu nel Rinascimento, infatti, che fornaci e laboratori riuscirono a ricavare un nuovo pigmento, il blu Cobalto, macinando il vetro blu insieme all'acqua. Straordinariamente intenso, ma meno costoso rispetto al ben noto Oltremare, divenne presto il colore principale sulla tavolozza degli artisti dell'epoca: un pigmento creato dal vetro, e forse, proprio per questo, molto amato dai pittori veneziani, come Bellini e Tiziano.
La storia del blu è davvero molto affascinante e fa sorridere pensare che lo si possa considerare un colore "giovane", se paragonato al rosso, al bianco o al nero, ritrovati nelle pitture rupestri europee di 20mila anni fa. Per incontrare utilizzi del blu, invece, bisogna arrivare agli antichi Egizi, circa sei mila anni fa. Secondo gli storici, furono i primi uomini a riconoscere e ad apprezzare questo colore, connotandolo di un significato preciso. Per loro simboleggiava il cielo, l'acqua, la vita, la rinascita ed era, per questo, un colore divino, oltre ad essere prezioso. Era infatti il blu dei lapislazzuli e dell'azzurrite.
Dagli Egizi in poi, si può certamente affermare che la fortuna del blu non ha avuto confini, da Oriente ad Occidente, dalla gioielleria all'arte, dall'architettura alla poesia. Anche Barovier&Toso ha saputo valorizzare e interpretare il blu, scegliendolo addirittura come colore istituzionale, per un periodo.
Quando Palazzo Barovier è stato progettato, con i suoi ambienti monocromatici, un ruolo di rilievo è stato dato al blu, assegnato alla sala riunioni, dominata da Exagon. Una cascata di sottili e impalpabili foglie in cristallo veneziano blu celebra la nobiltà di questo colore e la sua capacità di creare armonia e pace.
Acquamare, bluino e bluastro sono tutte sfumature che fanno parte del campionario di Barovier&Toso: tre varianti diverse che regalano al cristallo veneziano lavorato a mano una forza, una luminosità e un'espressività caratteristica.
SEGRETI DALLA FORNACE
Il colore blu, in tutte le sue sfumature, è molto richiesto e pertanto spesso i forni da fondita vengono impegnati per preparalo per le lavorazioni successive di soffiatura. Questo colore però richiede particolare attenzione nella gestione dei crogioli. Il cristallo veneziano blu, soprattutto nelle tonalità più scure, è molto persistente e viscoso e aderisce alle pareti del crogiolo con molta forza. Perciò, una volta terminato il processo di fondita, per poter utilizzare un nuovo colore nel crogiolo, sono necessari ripetuti “lavaggi” con cristallo trasparente in modo da non sporcare i colori successivi con screziature blu.
HINTS&TIPS
Ogni sera il gondoliere è responsabile di “mettere la gondola da notte”: alla fine della giornata di lavoro, toglie la forcola e il parécio (tutti gli arredi e le decorazioni) e la copre con i teli impermeabili blu per proteggerla. Le coperture protettive sono rigorosamente di colore blu scuro, come definito dal rigido regolamento comunale che non consente altri colori alternativi, se non il bianco nella stagione estiva. Una volta che il gondoliere ha messo la barca “da notte” non può più tornare a lavorare per quel giorno.