Attraverso l’estro e la maestria, tecniche antiche trovano nuove riletture e chiavi interpretative. Il know-how Barovier&Toso continua a proiettarsi verso un orizzonte capace di creare connessioni e commistioni.
Ci sono conoscenze, abilità e segreti che non sono stampati nei libri, ma che si trasmettono in modo diretto, di generazione in generazione. Solo così è possibile conservare la memoria dei gesti, dei processi, delle lavorazioni...solo così è possibile tramandare l’arte del vetro e farla crescere nel tempo.
È una catena invisibile che connette passato e presente e che permette di ripetere tecniche, riproporre effetti, colori e forme specifiche, e di arricchire quel bagaglio conoscitivo di volta in volta. Perché questo patrimonio, accumulato in sette secoli di storia, potesse esprimere il suo potenziale con grande libertà, Barovier&Toso gli ha dato tante vite, attraverso molteplici interpretazioni. Oggi, quelle tecniche antiche, simbolo della tradizione, eseguite ancora in fornace a regola d’arte, servono a forgiare prodotti classici ed iconici, ma anche nuove collezioni, riletture contemporanee di stilemi che non perdono mai smalto.
Tra queste lavorazioni c’è quella del “vetro a ghiaccio”, risalente alla seconda metà del XVI secolo, citata per la prima volta nel 1570 in una carta veneziana. È una tecnica decorativa che consiste nell'immergere nell’acqua il vetro incandescente, attaccato alla canna da soffio. Lo shock termico determina una fitta rete di crepature in superficie. Riscaldando poi delicatamente il pezzo nel forno, si produce l’effetto ghiacciato, conservando l'integrità della parete vitrea.
La collezione Barovier&Toso che ha reso indiscutibilmente protagonista il vetro a ghiaccio è Trim, caratterizzata da elementi modulari a canne o a sezione esagonale. Dal modello a sospensione, alla versione da soffitto, fino alle più scenografiche installazioni personalizzate, Trim sa interpretare gli spazi architettonici contemporanei, con la sua energia e la sua bellezza scultorea, enfatizzata da una decorazione così attuale ed espressiva.
Elegante e sofisticata, la tecnica detta “rugiada” fu inventata, invece, nel 1938 da Ercole Barovier e brevettata successivamente da Barovier&Toso. L’effetto decorativo rugiadoso si ottiene fissando a caldo, in fase di lavorazione, minuti frammenti di vetro che conferiscono all'oggetto estrema brillantezza.
Tuileries ripropone questa lavorazione in modo moderno, sfruttando la simmetria, il contrasto con gli elementi metallici in bronzo color miele e la possibilità di creare illimitate composizioni da parete.
Straordinarie anche Marrakech, Spade, Excelsior e Grand Hotel, che esaltano le peculiarità del vetro rugiada attraverso forme ispirate alla natura.
Ci sono poi alcune tecniche, risalenti addirittura all’epoca romana, che prevedono l’ausilio di stampi. A Murano tradizionalmente sono realizzati in legno di pero, ma possono essere anche in ferro, ghisa o altri metalli. Una di queste lavorazioni si chiama “corteccia” ed è un trattamento realizzato sulla superficie del vetro attraverso la soffiatura su uno stampo metallico piatto. Il motivo irregolare dello stampo imprime alla parete vitrea un effetto ondulato, molto naturale.
La collezione Hanami è interamente ispirata a questa lavorazione. Come in un’opera d’arte moderna, lo stesso elemento si ripete e si moltiplica, verticalmente ed orizzontalmente. Ogni bolla di vetro è diversa dalle altre, ma realizzata con la stessa tecnica, a corteccia. Ne risultano composizioni molto dinamiche, generate da questi volumi dalla forma organica, che evocano l’acqua, e al contempo l’aria ed il processo di soffiatura con il quale sono realizzati
La capacità di trasformare, creare, plasmare la bellezza, con rispetto nei confronti della storia e slancio verso il futuro, è il vero crocevia tra tradizione ed innovazione, una missione che Barovier&Toso sente autenticamente sua.